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Arabian Fusion Event

Il primo festival dedicato alle danze nate dalla fusione di vari stili

Giunto alla sua seconda edizione, Arabian Fusion Event è la prima kermesse in Italia a promuovere delle particolari discipline artistiche nate dalla fusione tra la danza orientale e altri balli come il tango, il flamenco, la tribal dance, la samba, la rumba, ecc..

Ideato e organizzato da Monica Vecchio e Steve Mariani dell’associazione Keep on Dreaming, in collaborazione con Pantera Studios, l’evento, svoltosi nel quartiere Prenestino di Roma, si prefigge di infondere nelle partecipanti agli stage e alla competition sia delle conoscenze maggiori che una passione e delle emozioni ancora più profonde sugli stili proposti.

Tutti i docenti dei workshop, infatti, sono concordi nell’affermare che per ballare bene non è importante solo acquisire la padronanza della tecnica, ma anche (se non di più) saper trasmettere ciò che ognuno di noi ha dentro e che la danza ci fa provare.

Le ballerine che si sono esibite sul palcoscenico del Teatro San Luca domenica 24 settembre (a chiusura delle due giornate della manifestazione, iniziata sabato 23 con lo svolgimento di numerosi stage nel corso della mattina e del pomeriggio), sono un po’ di tutte le età e sono arrivate apposta nella Capitale da diverse regioni della nostra Penisola, tutte però accomunate dallo stesso entusiasmo verso la fusion dance.

La maggior parte di loro si è cimentata pure nella gara pre-show, suddivisa nelle categorie Oriental, Folk e Show Dance. La direttrice di gara Margarita Gandra assieme ai maestri della giuria Khadia, Gamal Hassan e Alice Galli, hanno valutato specifici aspetti delle concorrenti, dando per ognuno di essi un voto, che poi ha inciso sulla valutazione finale.

Sia nella competition che nello show sono stati rappresentati al meglio tutti i generi delle contaminazioni fusion: dal flamenco arabo di Khadia (stupenda l’esibizione in cui l’artista ha fatto volteggiare uno scialle ricamato con le frange) alle movenze tribal più rigorose di Giulietta Muse e del suo corpo di ballo (davvero particolare la loro performance con un completo nero/argento in stile vintage sulle note della vecchia e arcinota canzone Tulipan del Trio Lescano), dal latino-oriental portato in scena magistralmente da Gamal Hassan (con una coreografia dedicata al mare e ai suoi abitanti, molto applaudita dal pubblico in sala) alle danze fluttuanti con il velo di Maria e Martinica Strova (si tratta di un velo differente da quello utilizzato solitamente nella danza orientale, poiché inventato e realizzato proprio dalla stessa Maria per permettere una libertà di movimento ancora più accentuato alla danzatrice).

Insomma, tutto questo è Arabian Fusion Event. Chiunque fosse interessato a partecipare alle prossime iniziative dell’ASD Keep On Dreaming, può scrivere una email all’indirizzo [email protected].

 

Partecipanti alla prima edizione 2022

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