Carla Fracci un film sulla sua vita
Un mito vivente che è gia storia

Carla Fracci è una vera leggenda della danza. Oggi 84enne, la ballerina è praticamente un mito vivente.
Sulla Signora della Danza e dalla sia biografia come grande protagonista del mondo del balletto internazionale prende vita il film TV che Anele, la società di produzione, sta preparando per Rai Fiction. Ad annunciare la notizia lei stessa, Carla Fracci ospite in Tv nel programma di Marco Liorni, qualche giorno fa.
Carla Fracci è per tutti la personificazione della danza. Se si pensa al balletto, ma dietro al mito di Carla, c’è la sua forza, lei non ha avuto bisogno di costruirsi un personaggio, non è dovuta ricorrere a continue cambiamenti o adeguamenti dell’immagine con il passare delle mode, come fanno tante persone di successo, perché non è un tipo, è lei.
Il suo è un successo è sempre stato in ascesa, una continua crescita verso le vette più alte della fama e della bravura. Eppure non si è mai atteggiata a diva, mantenendo la sua spontaneità e genuinità popolaresia inte atro che fuori.
Questo suo modo di essere e di porsi cosi trasparente e naturale le ha regalato un crescente amore del pubblico anche non appassionato di Balletto classico, la sua immagine gradevole e naturale, senza forzature, nella quale spiccano i suoi occhi scuri e profondi, un corpo esile e nobile, le lunghe braccia, le grandi mani parlanti e i suoi abiti bianchi leggeri e impalpabili.
E’ una donna di una profonda sensibilità con un animo complesso e attento a ogni più piccolo particolare, tenace e testarda ma tuttavia, capace di esprimersi con una dolcezza incredibile.
Crede fortemente nella teoria delsartiana, da Delsarte il teorico francese che analizzò i gesti e le espressioni del corpo umano, suddividendo i movimenti in tre categorie (eccentrico, concentrico e normale) e le espressioni in tre zone (testa, busto, estremità) per lei non esiste movimento che non abbia significato. Il modo di muovere le singole parti del corpo è sempre indicativo del diverso atteggiamento emozionale soggettivo, delle proprie motivazioni e della differente maniera di reagire alla situazione affrontata.
La danza, per la Fracci, non deve mirare a sbalordire il pubblico per la bravura dei ballerini; la tecnica non va ostentata, va nascosta piuttosto, in quanto non è altro che lo strumento con il quale l’artista può offrire se stesso e comunicare con il pubblico un emozione.
Aspettiamo con trepidante attesa l’uscita di questo film che sarà d’esempio e di conforto a chi crede e spera nella realizzazione dei propri sogni.