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Come affrontare il panico da Coronavirus

Lo psichiatra Raffaele Morelli consiglia di non rinunciare a vivere

Siamo in crisi una nazione sconvolta dalla paura e dalla preoccupazione per una situazione che sembra uscita da una serie televisiva, ma questa volta è tutto vero, c’è un virus il Coronoavirus o più scientificamente il Covid 19, che ha bloccato il nostro paese.

La prima ondata di panico si è avuta il 23, 24 e 25 febbraio molti cittadini hanno preso d’assalto supermercati ma ora l’Italia sembra aver preso più conoscenza di se e ritrovato una calma nonostante la chiusura forzata di scuola e atenei, ciò non vuol dire che il problema non ci sia ma si cerca di affrontarlo nel modo giusto.

Nonostante da quanto emerge da un’indagine condotta dalla Nielsen Company  intervistando 2000 persone maggiorenni,  il 94% della popolazione si informa almeno una volta al giorno sul virus,  il 69% lo fa addirittura più volte durante la giornata, ma solo il 17% del totale si dichiara effettivamente preoccupato del contagio e/o dell’eventualità di un’epidemia, ma comunque si registrano episodi di panico e violenza come nella caso dei turisti malmenati a Ischia.
Gli italiani si tengono informati seguendo le testate giornalistiche istituzionali altri seguono gli aggiornamenti sui social e pochissimi, purtroppo, si affidano al personale medico specializzato, ma sono tutti coscienti che ci vorrà più tempo del previsto affinché la situazioni rientri dalla situazione di emergenza in cui siamo ora.

Il noto psichiatra Raffaele Morelli ha parlato del problema e della pericolosità per il panico che si sta diffondendo.
Il professore ha voluto lanciare un messaggio di ottimismo per spezzare la tensione che nelle ultime settimane sta attanagliando l’intera popolazione dal Nord al Sud, e non solo in Italia, un messaggio di serenità e speranza. Interi comuni chiusi, scuole chiuse in tutta Italia, serie A sospesa e programmi tv a rischio sospensione, oppure senza pubblico o senza concorrenti. Un disagio che alimenta la psicosi da contagio.

Secondo Morelli: “Il bombardamento mediatico ci costringe a pensare in continuazione alla malattia: in questo modo, creiamo uno stato di dipendenza dalla paura, che prende il sopravvento e indebolisce anche il nostro sistema immunitario. La distrazione è la via per allontanare la paura” bisognerebbe prendere esempio dai bambini gli unici immuni alla paura, che non modificano minimamente il loro comportamento.

Il rischio più grande è che la paranoia porta con sé un’aggressività ingiustificata

Ci chiudiamo in noi stessi, nelle nostre paure, e questa paranoia porta inevitabilmente un’aggressività ingiustificata e folle. Ne derivano le scene patetiche che vediamo in questi giorni in televisione. Bisogna allontanarsi dal pensiero della malattia, che ci toglie la possibilità di star bene e indebolisce anche le nostre difese.

Quindi –Attenti si ma Spaventati no -sarebbe la via corretta dimostriamo la nostra resilienza caratteristica di un Paese forte capace di uscire migliorato da una situazione che ci sta mettendo fortemente alla prova.

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